Come si potrà facilmente intuire dal titolo del post, sto per accingermi a raccontarvi dell’ultimo film di Scorsese. Prima di cominciare, qualsiasi cosa potrò dire, vi prego andate a vederlo. Perchè questo film è IL film e quando vedrete capirete cosa intendo. A dispetto della locandina e a dispetto di quanto possa essere stato detto da altri, questa pellicola non racconta una storia per bambini, ma una storia che val la pena di essere vista, assorbita, navigata, ascoltata e gustata da tutti, soprattutto se si ama il cinema.
Conclusa questa spassionata dichiarazione d’amore, probabilmente ne comincerò qui di seguito un’altra, piena di spoilers, quindi lettori se ci siete chiudete la pagina e tornate dopo aver visto il film.
Avendo studiato un po’ di storia del cinema dalle origini (incluse lanterne magiche, zootropi, tableaux vivants) Hugo Cabret ha rappresentato per me il boccone più gustoso di un sontuoso banchetto. Perchè sì, Hugo Cabret è uno splendido, magico e incantevole film sul cinema, sui sogni a cui esso da vita. Hugo, il bambino protagonista è in realtà l’incarnazione di noi tutti cinefili, noi ancora bambini sognatori anche se l’età dice diversamente. E come tali come potremmo non restare con gli occhi sgranati e pieni di meraviglia davanti al genio di Georges Méliès, tra i padri fondatori del cinema con tutte le sue fantasmagoriche illusioni (in senso positivo). Martin Scorsese riesce a confezionare un film avventuroso, misterioso e luminoso al contempo. La storia è ambientata nella Parigi post WWI, presumibilmente alla fine degli anni 20. Ma la città è poco visibile, escluse alcune scene panoramiche mozzafiato, quel che interessa è il fermento parigino che si trasforma in una fucina di ingranaggi, di macchine, di orologi, metafore della mente e della fantasia. Partecipi della triste storia del giovane Hugo, siamo trasportati indietro nel tempo e posti di fronte a un mistero che schiuderà a un mondo completamente inaspettato e oltre ogni previsione. Per quanto io non ami affatto il 3D, questo forse è l’unico film che valga davvero la pena di essere visto a quel modo. La conclusione della narrazione viene scandita attraverso le opere di Méliès stesso, incluso il celebre Le voyage dans la lune che visto (finalmente) in buona qualità e persino animato in tre dimensioni è da non perdere per nulla al mondo.
E con questo chiudo la mia seconda spassionata dichiarazione d’amore verso sceneggiatura, recitazione, ambientazione, e cinematografia di questo lungometraggio (si insomma anche se non ho citato uno per uno questi aspetti va da sè che funzionino tutti in modo eccellente).
PS. altro spoiler per cinefili. Scorsese ha messo in scena il famoso episodio sulla proiezione di L’Arrivée d’un train à La Ciotat dei fratelli Lumière, in cui gli spettatori si alzano spaventati pensando di venire investiti dal treno (e se non è una chicca questa..).